Solitudine dell'anima o perdita del senso dell'io

Solitudine dell'anima o perdita del senso dell'io. La vita a volte porta i nostri fratelli uomini in vicoli ciechi da cui non riescono più ad uscire. Non sta a me giudicare quanto sta avvenendo a Rapallo in questi giorni con le tragedie che ci toccano tutti. Vorrei solo comunicare il contraccolpo che sto vivendo. Il centro della vita non può essere una riuscita ma un amore e la dignità di una persona sta nell'essere amata. Allora noi siamo scelti, siamo invitati a diventare amici di Gesù affinché possiamo testimoniare uno sguardo di tenerezza e di compassione.

Noi siamo qui per dire che c'è Uno tra noi che ci accoglie nella Sua Casa, che si fa dimora per noi, che si fa compagnia perché abbiamo a vivere meglio e voler più bene alla propria moglie, e voler più bene ai propri figli, ed amare gli amici più degli altri e guardare gli estranei con una gratuità e con una tenerezza infinita.

Questa urgenza mi spinge ad edificare l'Oratorio come un luogo che si apre a tutti, che si accosta con tenerezza e dolcezza a tutti, che ospita tutta l'umana fatica. E noi siamo chiamati a prestare il nostro cuore a Gesù, le nostre braccia a Gesù perché il nostro fratello uomo possa sperimentare ed ascoltare la voce di Gesù che dice: "Venite a me voi che siete affaticati ed oppressi ed Io vi ristorerò". E se per far emergere Gesù è necessario far morire il nostro orgoglio o il nostro amor proprio o il nostro carattere: se per far emergere la tenerezza di Dio è necessario sacrificare tutto, darsi tutto: che avvenga.
don Beppe

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