Domenica pomeriggio, durante la giornata delle famiglie, incontreremo l'avvocato Francesca Consolini postulatrice della causa di beatificazione di Carlo Acutis, sarà l'occasione per conoscere meglio la vita di questo ragazzo e la sua esperienza di fede. Possiamo iniziare qui a leggere qualche aneddoto...
Carlo risveglia la ricerca di armonia nelle persone che incontra e per questo tanti ragazzi possono rispecchiarsi. La vita può essere breve ed è per tutti fragile, ma per Carlo andava vissuta nella sua pienezza senza sprecarla. Ripeteva: «Non io ma Dio» per indicare una vita che si de-centrava, usciva da sè per incontrare il suo Altro. Insomma essere se stessi davanti al proprio creatore e Signore.
Carlo risveglia la ricerca di armonia nelle persone che incontra e per questo tanti ragazzi possono rispecchiarsi. La vita può essere breve ed è per tutti fragile, ma per Carlo andava vissuta nella sua pienezza senza sprecarla. Ripeteva: «Non io ma Dio» per indicare una vita che si de-centrava, usciva da sè per incontrare il suo Altro. Insomma essere se stessi davanti al proprio creatore e Signore.
Gli piaceva ripetere: «Tutti nascono come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie». E ancora: «La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio». Si domandava: «Perché gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano invece della bellezza della propria anima». È diventata famosa la sua frase: «L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo!».
Dagli scritti e dalle riflessioni di Carlo, l’Eucaristia è anzitutto il «sacrificio» di Dio in favore dell’uomo. Una convinzione che lo porta a vedere il mondo con gli occhi di Dio. Il suo amore per l’Eucaristia può essere espressa in una frase: «Più Eucaristie riceveremo e più diventeremo simili a Gesù e già su questa terra pregusteremo il Paradiso». L’Eucaristia, che significa «ringraziamento», per Carlo ha due significati: quello della comunione e dell’adorazione. Attraverso l’adorazione Carlo vive una dimensione affettiva importante: silenzio e parola, ascolto e amicizia, mistero silenzioso e percezione profonda di Dio. La forza che scaturisce dall’adorazione fa comprendere a Carlo che il corpo di Cristo oltre a stare nell’Eucaristia, è nelle persone che si amano: poveri, piccoli, forestieri, ammalati, anziani, disabili, persone sole. Per Carlo fare elemosina e aiutare quanti hanno bisogno nasce dalla capacità di adorare. I soldi che risparmia li regala ai poveri, agli anziani, alle suore di clausura, ai sacerdoti, agli extracomunitari.
Per lui, «si va diritti in Paradiso, se ci si accosta tutti i giorni all’Eucaristia». Per Carlo «La conversione non è altro che lo spostare lo sguardo dal basso verso l’alto, basta un semplice movimento degli occhi». Nella sua spiritualità si intrecciano elementi di mistica e di ascesi, di comunione e di contemplazione.
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